Si tratta di un insediamento sviluppatosi intorno al XV secolo, quando il territorio divenne tappa del passaggio viario di commerci e scambi.
Le abitazioni riportate alla luce sono edifici a pianta rettangolare, con un unico piano e l’ingresso su uno dei lati corti. Le pareti esterne sono state realizzate con corsi di pietra locale, di medie e grosse dimensioni, cementate utilizzando terra argillosa, mentre la pavimentazione più frequente è in acciottolato. Dai particolari si è desunta anche la destinazione d’uso di alcuni ambienti: in uno degli edifici sono stati individuati due focolari che lasciano presupporre attività di fuoco o panificazione, mentre la pavimentazione in terra battuta di un altro edificio, con un'ampia soglia costituita da scaglie di calcare e una rampa di accesso fa presupporre che il luogo fosse adibito stabulazione del bestiame.
Nello scavo sono state rinvenute notevoli quantità di ceramica; tra gli oggetti più significati inoltre sono stati recuperati un rosario femminile in perline realizzato con pasta vitrea e osso e una piccola cornice, presumibilmente per immagini sacre. I reperti hanno permesso di confermare il periodo di attività dell’insediamento, che fu abbandonato a metà del XVIII secolo: l’origine delle ceramiche ritrovate infatti non può essere collocata oltre la metà del settecento. L’area dell’insediamento è stata in seguito destinata alla coltura del castagno.
Francesca Vulpani
http://www.rmoa.unina.it/134/1/RM-Benente-Parodi-Pesce-Garbarino-Lassa-Piandeicosti.pdf